sabato 28 febbraio 2009

Wratsman, il SUPEROIONE!!!

Wratsman è il super-eroe supremo fra gli eroi superiori.
Wratsman è: IL SUPEROIONE!!!
La sua arma segreta è il superlativo esaustivo.
La sua mossa invincibile la scaglia con l'accrescitivo svaccativo.
Laddove vi sia un timido da render sbruffone o una gentildonzella grondante umiltà da trasformare in virago sboccata di strabordo; ogniqualvolta si presenti una situazione di pacatezza e ostentazione di cortesi attenzioni...ecco che s'impone il tamarro interventone di Wratsman, il SUPEROIONE!!!
Cosa vedono gli occhi di Wratsman...laggiù, nel paese di Hobesse (che come si sa, oblige...), un timido blogger uso ad infarcire i propri post di scusanti, eccezioni, considerazioni parallele e distinguo autosminuenti...
QUESTO E' UN LAVORO PER WRATSMAN!!!

Plana il nostro superorione preferito sul luogo del misfatto verbale, al grido di battaglia: "Vitaccia mutandona!!!...Unsemo sulla mia strada! Urge redimerlo, persisto e pure insisto...Imensist!!!...".
Wratsman strapazza ai fianchi il mite blogger col predicozzone iperbolizzante, seguito a stretto giro eccessivo dal rozzo cazziatone della casa.
"...Lettoraccio deotogra delle mie tasche luridone, leggi qui se ti piace sto pircu brodone, e se no gettati a capofitto in fondo al fognone!...", simile tono hanno assunto gli scritti dell'ex blogger timido, dopo il passaggio salvifico del SUPEROIONE...

Un'altra avventura si è compiuta: la quiete dell'eccesso è finalmente ristabilita.
Ringrazia lo scribacchino graziato con la frase di rito, usando al nostro beniamino l'adagio assai gradito: "...Lode a te Wratsman, supereroe esagerato!!! ...però mo', prova 'n po' ad a'nnà a'mmorì ammazzato...".

By gillipixel



domenica 22 febbraio 2009

pully pilly pally: la filastrocchina...



pully pilly pally
cantano in cerchietto tendendo le manine
mentre con le gambine
saltellano contenti.

pully pilly pally
cantano i piccini, mentre con manine
lorde di dolcetti
scompigliano i quadretti delle casine loro.

pully pilly pally
urlano carini, mentre con ditini
leggiadri e piccolini,
disegnan bestioline
sul muro di mammà.

pully pilly ... che palle!
grida il lor papino mentre
con la cinghina di cuoio ben borchiato
insegue i pargoletti

pully pilly... pijali pijali!
sta gridando la mammina
mentre con la trina copre
la vetrina un poco incrinatina.

pully pilly pally
che danza ballerina!
che allegra compagnia!
che bei bambini cari legati sul sofà!


by farlocchina

giovedì 19 febbraio 2009

Nel regnino piccolino

Nel fatato regno di Hyogiu, la vita scorreva serena fra diminutivi e paroline vezzeggiate.
Da quando al trono era salita la regina Comellin, era invalsa nel linguaggio comune la pratica dell’Ebowine, che imponeva come atto di somma creanza il ridurre tutti i vocaboli nel loro formato ridotto, in segno di cortesia dimostrata all’interlocutore e a tutti coloro che si trovassero nei paraggi.
Capitava ad esempio che messer Sestedop incontrasse per la via madamigella Blubcour ed a lei così si rivolgesse:
“Buongiornino, signorina carinina, dove ve ne andate a zonzino di bellino?”
“Oh, messerino gentilino, mi reco al fornino a far provvistine di pagnottine e filoncini: vorreste accompagnarmi per un pezzettino di stradina?”.
Oppure ancora, allorquando l’operaio Prialsin, indaffarato di lavoro sull’impalcatura, si ritrovava a mancare la capocchia del chiodo andando a centrare altro ben più sensibile obiettivo, ecco come lo potevi sentire declamare:
“Oh perdincino, che sbadatino sono mai io: mi sono dato una martellatina piccina sull’unghietta del ditoncino polliciosino…ora mi verrà un pochino nerina, ma chi se ne importina?”.
Così dunque risuonava lieta l’aria nel regno di Hyogiu, tutta pervasa di parole rimpicciolite e graziosette.
Fino al fatale giorno in cui la regina Comellin si apprestava a ricevere i quattro ambasciatori del regno di Unnin, attesi a corte per un confronto di convenevoli diminuiti.
I paggi di corte chiesero alla regina:
“Sua Maestina Meravigliosina, quanto tempino dovranno attendere gli ambasciatorini nell’anticamerina, prima di poter accedere al vostro appartamentino regalino?”.
“Dal momentino esattino che udrò la campanellina annunciare il loro ingressino, fateli attendere giusto giustino un quarto d’orina”, diede disposizione la regina.
I paggi capirono che quell’espressione indicasse i due ottavi del tempo necessario a fare una pipì, ossia proprio un attimo brevissimo, e non un banalissimo "quarto d'ora", come invece la regina voleva far intendere. E infatti, giunti gli ambasciatori, suonare il campanello di annuncio e spalancare la porta dell’appartamento della regina, furono un tutt’uno.
Ironia della sorte volle che l’imprevisto ingresso cogliesse la regina Comellin giusto giusto assisa sul regio pitale: “Paggiacci porcacci delle mie saccocce”, sbottò la nobildonna intenta alla regale minzione, “Non avete capito una minchiaccia di nulla…portatemi almeno la cartaccia igienica dei miei stivali che è pure finita, porcaccia la vaccaccia boiona!!!”.
E fu così che la pratica dell’Ebowine venne lasciata perdere e tutti ripresero a parlare come mangiavano.

By gillipixel


venerdì 13 febbraio 2009

L'antico rituale del Greverve

Antica depositaria del rituale Greverve fu per secoli la casta insipienziale dei Calited.
Essa si sviluppò nell'ambito della civiltà Exionest, fiorente fra il delta ed il gamma del fiume Bidecru fra il III e il VI sec. F. C. (= di Fianco a Cristo: fu questa infatti l'unica civiltà in grado di sfuggire all'imperativo cronologico di dover andare sempre avanti, riuscendo a fare scorrere il tempo in direzione laterale rispetto alla data di nascita di Gesù).
Il rituale Greverve, praticato dagli uomini e donne Calited, consisteva nell'avvolgere la vittima sacrificale in un turbinio di loquela pesantissima e noiosissima.
Lo scopo di questo rito?
Come recitava nel suo primo capitolo il Wises, libro sacro dei Calited: "Precisamente per l'aria che tira...".
Il povero malcapitato, dopo due ore di Greverve, cadeva in un profondo stato di kgnoc o "rifiuto violento" di ogni forma di linguaggio.
Per fare riprendere il poveretto era necessario sottoporlo ad un trauma informativo di futile violenza uguale e contraria: esistevano infatti sacerdoti uguali e contari ai Calited, gli Earysine, che disponevano di antenne satellitari inter-temporali in grado di captare il segnale dei programmi televisivi moderni.
Gli storici Exionest annoverano fra le più prodigiose guarigioni di vittime del Greverve, un centinaio di individui ritornati di botto alla loquacità più feroce dopo aver appreso la notizia che nel lontano futuro "...Lapo Elkan era stato votato per cinque anni consecutivi l'uomo meglio vestito al mondo..."(*).


[(*) = Paradossalmente, questa ultima frase virgolettata, che è la cazzata più grande scritta in tutto questo brano, è al contempo l'unica cosa vera: sentita con le mie orecchie di sfuggita a "La vita in diretta": lo giuro!!!]

By gillipixel


martedì 10 febbraio 2009

Inereolo

L'Inereolo è un simpatico pentapede della famiglia degli Ionsau, una specie di cugini del wombato, però molto più intensamente marmottidei.
Questi orsetti di taglia medio-piccola sono molto diffusi sull'isoletta di Otorse, nota appunto per le otto specie di plantigradi che la popolano.
Fra i caratteristici comportamenti dell'Inereolo si annovera il troflar fra i felibill sull'ismso di Iminer. Questa attività animale, così denominata nel dialetto della popolazione del luogo, gli Yologo, consiste nel pascolare in un bosco di alberi di felibill (che crescono su una stretta fetta di terra affacciata sul mare circostante, l'ismso di Iminer appunto), lasciando che apposite propaggini delle piante pettinino il manto della bestiola facendo cadere nel sottobosco piccoli ciuffi di pelliccia in eccesso.
Da questo pelame, raccolto dagli Yologo servendosi del gambo, un tradizionale rastrello raccattapelo, i gioiosi indigeni ricavano il dicarbur, pallette di pelo che servono a fare il pieno nelle loro macchine ecologiche, le aviderte.
Queste automobili sono così denominate perchè vengono usate tassativamente con l'esclusivo scopo di andare a vedere un parente o un amico: aviderte.
Loro pregio principale: le pallette di dicarbur, bruciando, non causano emissioni di Co2 o altri inquinanti, bensì lievi proicel di violetta e nueeds di pino mugo.
By gillipixel e rosaluscemblog

lunedì 9 febbraio 2009

Sinicsyn

Sinicsyn: nome comune per indicare la trans-metiletilamminotrapezoidina, la nuova rivoluzione nel campo della lotta alle epidemie di raffreddore. Praticamente la potenza dell'idraulico liquido per le Vostre vie respiratorie! Una supposta, e il mondo tornera' a sorriderVi.


immagine presa da qui
by il fisico*

*Primo contenuto esterno giuntoci via email, grazie fisico c'è proprio piaciuto!

sabato 7 febbraio 2009

Scrittori in crisi curansi

Da Gradab, ci scrive il nostro inviato scientifico Slity Uncel:

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Nella clinica Kuphysi di Gradab è stato messo a punto un metodo di cura per una disfunzione artistica particolare: la sindrome da pagina bianca, spettro-spauracchio di tutti gli scrittori.

Grazie a lunghe passeggiate sotto gli imponenti viali di secolari weistree e sedute rilassanti di trattamento fisico a base di masciagi alla schiena, lo smarrito narratore ritrova qui la sua ingsfer creativa.
Molto rinomati sono anche i confortevoli plaid di pluannel, forniti agli ospiti della clinica, che assopendosi sotto un tepore ristoratore, nelle fresche notti di Gradab, hanno modo di ritrovare al risveglio bagliori di vena compositiva.

Ma la parte più efficace del metodo Kuphysi sta nel trattamento con la terapia Impings.

Le Ridectel, avvenenti signorine e sofisticate intellettuali (minimo tre lauree ciascuna, con master nelle migliori facoltà degli Stati Uniti del Chanou, rigorosamente taglia over 48 e ascelle non depilate), specializzate in lettere ed umorismo, intrattengono il povero scrittore bisognoso di idee, facendo l'amore con lui per ore e sussurrandogli all'orecchio "parole in cerca", tipo: "...geaver, ballogra, actedepa, purda, bedlic, thropi, carrewi, tessi, proodic, vowsc, upbah, ovitinal, misrash, tonarlsi...".

Non è nota la motivazione scientifica del fenomeno (e nemmeno si è certi che ve ne sia una, anche se secondo l'esimio professor Saicen Impant Carbosul, dell'università di Platesc, l'energia terapeutica decisiva sarebbe fornita dal portentoso mix fra altissimo quoziente intellettivo, capacità passionali smodate ed irsutismo ascellare), ma sta di fatto che dopo alcune sedute di questa terapia, lo scrittore svenato ritrova la sua regolare naturalità ed è di nuovo pronto ad evacuare fantasia ai quattro venti.

La clinica Kuphysi è rinomata per aver curato penne del calibro di Slygra Acheryn, che dopo il trattamento con le Ridectel ha dato alle stampe la sua mastodontica opera in dieci tomi: "Dall'acciarino al cerino: l'eventualità di non strinarsi le dita come conquista umana capitale".

Si è inoltre curato alla Kuphysi, anche il maestro Wrium Edowe Eonexor Dolyce Herop Destrin Gegalas Corbuloc Rophingl Tobtuf, detto "Bencritu Catra", che una volta dimesso dalla clinica è stato colto da un raptus narrativo talmente portentoso da indurlo a correre all'anagrafe per farsi aggiungere un po' di nomi in più, seguitando poi a scrivere sul catrame delle strade, non bastandogli più gli 8000 kili di risme di carta acquistati.
E pensate che prima del ricovero in clinica...si chiamava Gino Rossi!!!



By gillipixel

Fluta

Fluta: femminile di flute, calice uterino progettato dal famoso designer italo russo Leonardo Slimorkosky, che si affianca al più tradizionale bicchiere da spumante nelle tavolate di classe. Adatto soprattutto alla degustazione di liquori alla violetta, nocini, chassis, e altre dolcezze gradite alle signore. Il calice retroflesso serve ad addobbare il bicchiere con una oliva: un tocco di colore che allieterà il cuore delle vostre ospiti.


Testo, fantasia e disegno by Rosalucsemblog

mercoledì 4 febbraio 2009

Tuagal

Tuagal.
Popolo nomade del deserto di Farownim. I tuagal vengono considerati tra le più antiche culture nomadi del Farownim, da un'analisi approfondita della loro tradizione orale (il Libro di Oredred), solo di recente completamente trascritta dall'antropologa Helen Joyin dell'università di Skyastas, si è ipotizzata un'origine neolitica per queste tradizioni. In particolare il loro gioco rituale più diffuso, il cateryin o del duesenza, sembra testimoniare tale antica origine. Il gioco si basa su 7 pezzetti di selce, i cocalisa, sui quali sono rappresentate le forze della natura come indicate nel Libro di Oredred, il vento, il sole, la notte, l'uomo, la donna e la più importante ovvero l'acqua. A questi sei pezzi si aggiunge un settimo, detto il drati (ndr il nemico in lingua tuagal) rappresentato da una sorta di felino con lunghi denti. Il gioco ha lo scopo di risolvere le dispute coniugali, in particolare quelle che si creano quando uno dei componenti la famiglia, usualmente composta da due donne e un uomo, (ndr la società tuagal è matriarcale ma con una gerarchia molto flessibile: l'enonspo, ovvero il capo famiglia è chi viene considerato il più autere, ovvero equilibrato) si invaghisce di una quarta persona e crea un conflitto nel nucleo. In questi casi la tribù si riunisce e la famiglia gioca a cateryin. Si lanciano a turno i cocalisa davanti al consiglio delle Ostrud (anziane della tribù) che stabiliscono la parte oracolare interpretando le configurazioni prodotte da ciascuno. Chi ottiene il punteggio più elevato fa squadra con chi ottiene il punteggio più basso e a questo punto si può procedere alla seconda parte del gioco: l'inchoscr. E' questa una gara di insulti tra le due squadre (usualmente due contro uno, da cui il nome di duesenza dato al gioco) ottenute dal lancio, la tribù vota gli insulti più belli e la squadra vincitrice ha poi l'obbligo di offrire da bere a tutti. A questo punto le Ostrud e la squadra vincitrice lanciano nuovamenti i cocalisa e stabiliscono il destino della famiglia sulla base dell'oracolo. Le possibilità contemplate sono: (i) lo scioglimento della famiglia in più nuovi nuclei, (ii) l'inclusione della quarta persona in essa, (iii) nessun cambiamento con frequentazione clandestina della quarta persona, (iv) nessun cambiamento con proibizione del mantenimento delle frequentazioni, (v) nessuna decisione si fa una festa e si ripete il cateryin dopo un mese lunare. Il verdetto finale può essere contestato ma a memoria di tuagal nessuno lo ha mai fatto.

by farlocca and rosalux

domenica 1 febbraio 2009

Vieni solo al Monfeffi

Il Centro Asociale Monfeffi presenta il calendario dei prossimi appuntamenti in programma nei propri locali di via Balse.
Le date non vengono rese note, come da buona tradizione del centro, che essendo asociale, meno pubblico vede arrivare e più prestigio acquisisce.

Se passate da via Balse, non si sa bene quando, vi potrebbe dunque capitare di imbattervi in:

- una conferenza del professor Emorys Tubaso, luminare in incomprensibilità e tubologia evolutiva. La chiacchierata del professor Tubaso verterà sul tema: "Parlare e non farsi capire: utopia o privilegio?".

- concerto del gruppo musicale liscio-rock-dodecafonico Bagrecon, unica band al mondo che tiene le sue performance dai bagni dei diversi locali in cui si esibisce, costringendo tra l'altro gli spettatori a trattenersi oppure ad espletare in luoghi di fortuna.

- serata danzante al ritmo delle sonorità Haricad & Clogiank, ultima moda musicale importata da Monism, la capitale del Rettan: questo tipo di danza prevede di arrivare nel locale già ampiamente "ballati" da ore in altre discoteche, rompendosi gli zebedei ed insultando gli altri ballerini in sala per la loro insana mania di agitarsi sulla pista.

Prenotate adesso il vostro "tavolo a posto unico" al centro asociale Monfeffi, oppure un divanetto appartato nelle eleganti "Salette di Onan & Sesse".

Centro Asociale Monfeffi: vieni a star da solo insieme a noi!



By gillipixel


Storie dell'agenzia Monap: Romenge

Lei si volse di scatto: “Basta Caliz, che cazzo sono queste mutande per terra?!!! Che minchia ci fanno i calzini sotto il letto!???... non ne posso più di te!! Lavativo-sconsiderato-casinista!!!”
Uscì sbattendo la porta. Ardail era andata. L’aveva conosciuta ad Hablu durante un viaggio disastroso con l’agenzia Irtultur. Tutto era andato storto, si erano scottati al sole, lei era stata punta da un pesce lentive, che le aveva procurato una reazione allergica. Quanto si era incazzata! Che fascino! Che potenza quella sua ragazza! Così Caliz pianse un po’ buttando i fazzolettini per terra, lasciò la muffa nel frigo per 6 mesi, si lavò poco e non andò in palestra. Poi una mattina, prese la scopa e lo straccio, pulì, buttò, spolverò ogni cosa. Aprì il computer e si iscrisse all’agenzia Monap. Mise il suo annuncio:

“....mi piacerebbe conoscere una ragazza poco incazzosa......”

E così incontro Romenge. Vissero insieme felici e contenti?
by farlocca